Logo o Logotipo?

Logo o Logotipo?

Logo o Logotipo?

Ecco di cosa parlavo nel post precedente (su loghi e logotipi dei grandi marchi del design italiano). Qui sopra si possono notare alcuni esempi di aziende che hanno creduto nell’importanza di creare un logo che sia riconoscibile, a prescindere dal nome dell’azienda stessa. Il logo di Lema ricorda il periodo De Stijl (infatti, richiama la “solida tradizione artigianale dell’azienda”), quello di Flou é invece in linea con i principi della Gestalt (e l’azienda parla di qualità intrinseca e formale), mentre quello di Meritalia è stilisticamente legato agli anni del boom economico italiano del dopoguerra (non a caso, la filosofia di Meritalia è di assistere il cliente in ogni sua richiesta). Questi loghi sanno trasmettere una identità aziendale fortemente radicata e personale (obiettivo primario di un logo). Gli esempi che seguono, che pure hanno contribuito a creare il mito del design italiano, sono, a dir poco, privi di personalità. Non che io voglia giudicare se siano belli o brutti, funzionali o meno. Sono semplicemente “anonimi”. Potrebbero essere utilizzati da molte altre aziende, appartenenti a diversi settori merceologici, senza la necessità di nessun adattamento.

Knoll, Minotti, Rimadesio, Alias, Poliform, Kartell

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