Nel panorama in continua evoluzione della sostenibilità aziendale, l’Unione Europea ha recentemente introdotto la Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive, Direttiva 2022/2464 del Parlamento europeo e del Consiglio), una legislazione che sta rapidamente cambiando il modo in cui le imprese europee devono rendere conto delle loro performance in materia di sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG).

Gli Obiettivi della Direttiva CSRD

I 3 principali obiettivi della Direttiva CSRD sono:

  1. Migliorare la Trasparenza e la Comparabilità: la CSRD mira a migliorare la trasparenza e la comparabilità delle informazioni di sostenibilità fornite dalle imprese. Questo rende più facile per gli investitori, i consumatori e altri stakeholder valutare le prestazioni ESG delle aziende.
  2. Favorire la Crescita Sostenibile e Inclusiva: la direttiva promuove la crescita sostenibile e inclusiva, incoraggiando le imprese a considerare l’impatto delle loro attività sulla società e sull’ambiente.
  3. Sostenere la Transizione verso un’Economia Sostenibile: la CSRD è in linea con gli sforzi dell’Unione Europea per la transizione verso un’economia più sostenibile, contribuendo a raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo, che trasformerà l’UE in un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, garantendo che:
    • nel 2050 non siano più generate emissioni nette di gas a effetto serra;
    • la crescita economica venga dissociata dall’uso delle risorse;
    • nessuna persona e nessun luogo siano trascurati.

I Requisiti della Direttiva CSRD

La CSRD impone diversi requisiti chiave alle imprese soggette a questa normativa:

  1. Rendicontazione Standardizzata: le imprese devono effettuare la rendicontazione secondo un quadro di riferimento comune basato sulla Global Reporting Initiative (GRI). Ciò assicura una maggiore uniformità e comparabilità delle informazioni.
  2. Aree di Rendicontazione: la rendicontazione deve coprire tre principali aree:
    • Impatto Ambientale: questo include l’emissione di gas serra, il consumo di risorse, la gestione dei rifiuti e altro ancora.
    • Impatto Sociale: qui si includono temi come i diritti umani, la salute e sicurezza sul lavoro, la diversità e l’inclusione.
    • Governance: questa sezione riguarda la gestione del rischio, l’integrità aziendale e altri aspetti legati alla governance.
  3. Attestazione di Qualità: la rendicontazione deve essere soggetta a un processo di attestazione di qualità da parte di un revisore legale o di un prestatore indipendente di servizi di attestazione della conformità. Questo garantisce l’affidabilità delle informazioni riportate.

Applicazione Graduale della Direttiva CSRD

L’obbligo di rendicontazione di sostenibilità si applica gradualmente alle imprese in base alla loro dimensione e al settore di attività. Ecco una panoramica dei tempi di implementazione:

Tipologia di impreseAnno di entrata in vigoreEsercizio finanziario di riferimento
Imprese quotate con oltre 500 dipendenti20252024
Sono le imprese che hanno emesso titoli azionari ammessi alla negoziazione su un mercato regolamentato dell’Unione Europea e che hanno un numero medio di dipendenti superiore a 500 su base consolidata.
Grandi imprese non quotate20252024
Sono le imprese che non hanno emesso titoli azionari ammessi alla negoziazione su un mercato regolamentato dell’Unione Europea e che hanno un fatturato netto totale superiore a 40 milioni di euro, un totale di attività consolidate superiore a 20 milioni di euro o un numero medio di dipendenti superiore a 250 su base consolidata.
PMI quotate (a eccezione delle microimprese)20262025
Sono le piccole e medie imprese che hanno emesso titoli azionari ammessi alla negoziazione su un mercato regolamentato dell’Unione Europea.
Enti creditizi piccoli e non complessi20262025
Sono gli enti creditizi che non hanno superato almeno due dei seguenti tre criteri negli ultimi due esercizi finanziari:
– Totale attivo superiore a 3 miliardi di euro;
– Totale impieghi netti superiore a 2 miliardi di euro;
– Numero medio di dipendenti superiore a 1.500.
Imprese di assicurazione captive20262025
Sono le imprese di assicurazione che sono controllate da un’altra impresa e che operano principalmente a beneficio di tale impresa.
Imprese non europee che realizzano ricavi netti delle vendite e delle prestazioni superiori a 150 milioni di euro nell’UE20282027
Sono le imprese che hanno la sede legale al di fuori dell’Unione Europea e che realizzano ricavi netti delle vendite e delle prestazioni superiori a 150 milioni di euro nell’Unione Europea.

Conclusioni

La Direttiva CSRD rappresenta un passo significativo verso una maggiore trasparenza e sostenibilità delle imprese in Europa. L’obbligo di rendicontazione di sostenibilità non solo contribuirà a un mondo aziendale più responsabile, ma fornirà anche agli investitori, ai consumatori e agli altri stakeholder strumenti più solidi per valutare e confrontare le performance ESG delle imprese.

La CSRD è stata introdotta nel quadro del Green Deal europeo e del piano d’azione sulla finanza sostenibile, dimostrando l’impegno dell’Unione Europea verso una economia più verde e responsabile.

In Italia, la direttiva CSRD è stata recepita attraverso il decreto legislativo 29 dicembre 2022, n. 247, che prevede una graduale implementazione a partire dal 2025. Questo segna un passo importante per il paese nell’aderire agli standard europei di rendicontazione di sostenibilità.

E tutte le altre aziende?

Le PMI non quotate non sono tenute a redigere un bilancio di sostenibilità secondo la CSRD. Tuttavia, possono farlo volontariamente, tracciando così un percorso di maggiore trasparenza e competitività.

Le PMI non quotate che optano per la stesura di un rapporto di sostenibilità su base volontaria sono libere di seguire i criteri e gli standard che preferiscono. Tuttavia, l’utilizzo di standard internazionali, come quelli forniti dalla Global Reporting Initiative (GRI), è consigliato per garantire la comparabilità dei dati.

Le PMI potrebbero essere costrette dai loro clienti a fare un bilancio di sostenibilità per una serie di motivi, tra cui:

  • Per soddisfare i requisiti dei clienti: molte grandi aziende richiedono ai loro fornitori di presentare un bilancio di sostenibilità per garantire che i loro prodotti e servizi siano sostenibili. Questo è particolarmente vero per le aziende che operano in settori regolamentati o sottoposti a normative rigide, come l’industria alimentare, l’industria chimica o l’industria automobilistica.
  • Per migliorare la reputazione: le PMI che presentano un bilancio di sostenibilità possono migliorare la loro reputazione agli occhi dei clienti, degli investitori e della comunità. Questo può portare a un aumento delle vendite, a un miglioramento dell’attrattività per gli investitori e a una maggiore fiducia da parte dei dipendenti e dei clienti.
  • Per ridurre i rischi: le PMI che presentano un bilancio di sostenibilità possono identificare e ridurre i rischi di sostenibilità, come i rischi ambientali, i rischi sociali e i rischi di governance. Questo può aiutarle a migliorare la loro performance e a ridurre i costi.

In particolare, l’estensione dell’obbligo di rendicontazione non finanziaria alle PMI introdotto dal CSRD potrebbe portare a una maggiore pressione da parte dei clienti sulle PMI per presentare un bilancio di sostenibilità. Questo è dovuto al fatto che le grandi aziende saranno più propense a richiedere ai loro fornitori di presentare un bilancio di sostenibilità per garantire che la loro catena di approvvigionamento sia sostenibile.

In conclusione, le PMI potrebbero essere costrette dai loro clienti a fare un bilancio di sostenibilità per una serie di motivi, tra cui:

  • Per soddisfare i requisiti dei clienti
  • Per migliorare la reputazione
  • Per ridurre i rischi