Scie chimiche e la paura del cambiamento (climatico)

Scie chimiche e la paura del cambiamento (climatico)

Scie chimiche e la paura del cambiamento (climatico)

Negli ultimi tempi, si sente parlare sempre più spesso delle presunte cause delle alluvioni in Emilia Romagna e del dibattito sulle teorie delle scie chimiche. Questa teoria predominante suggerisce che l’Italia sia diventata un luogo di test per la “geo-ingegneria”, con l’obiettivo di controllare le piogge e le siccità al fine di far collassare l’economia italiana e renderla facilmente acquistabile da paesi stranieri a prezzi irrisori.

Alcuni sostengono che ciò sia il risultato di un accordo politico tra Berlusconi e Bush, risalente al 2002. Tuttavia, se analizziamo i dati disponibili, sembra che questa teoria sia priva di basi concrete.

Number of natural catastrophes worldwide 1980-2010 Munich Re 2011

Da un lato, è innegabile che il numero di eventi meteorologici estremi a livello globale sia aumentato in modo esponenziale almeno dal 1980, senza alcun picco significativo dopo l’accordo tra Berlusconi e Bush. Dall’altro lato, l’andamento del debito pubblico italiano rispetto al PIL non mostra differenze sostanziali rispetto ad altri paesi di riferimento, smontando l’idea di una macro svalutazione economica italiana per renderla facilmente acquisibile.

Inoltre, gli Stati Uniti non avrebbero nemmeno la capacità di acquistare l’Italia, considerando la loro crisi economica e il rischio di default che stanno affrontando da diversi anni.

Deficit PIL: Italia e altri

Detto questo, la tendenza a cercare un vero colpevole in Berlusconi, Bush e nelle scie chimiche riflette l’incapacità di molti individui di affrontare la realtà: stiamo vivendo un importante cambiamento climatico, e la colpa è di tutti noi, cittadini, imprese e istituzioni.

La paura del cambiamento a livello personale è spesso causata dall’incapacità oggettiva di prevedere gli effetti che avrà sulla nostra vita. Allo stesso modo, la paura del cambiamento climatico deriva dalla consapevolezza di un’imminente evoluzione globale, ma non siamo in grado di prevedere le conseguenze individuali. Le cose che possiamo prevedere ci spaventano troppo.

Ciò che succede, quindi, è che preferiamo nascondere la testa sotto la sabbia e fingere che la colpa sia di una coppia di vecchi signori che, insieme ad altri strani vecchietti, controllano gli eventi meteorologici a loro piacimento.

Prima riconosceremo che il cambiamento climatico è una realtà tragica e che tutti noi siamo i veri responsabili, prima saremo in grado di agire in modo etico per rallentarlo e trovare le migliori soluzioni per sopravvivere.

Al momento, non è la sopravvivenza del pianeta Terra a essere in pericolo, ma solo quella degli esseri umani. Siamo noi che dobbiamo affrontare le conseguenze delle nostre azioni e assumerci la responsabilità di proteggere il nostro futuro e quello delle prossime generazioni.