La settimana scorsa è stato pubblicato un mio articolo sul blog di F/ART, dove si parla di know-how, territorio e green marketing.
Si parla della rivoluzione aziendale di F/ART, che ha di recente presentato il rinnovato sito internet, la nuova immagine coordinata e, soprattutto, la nuova vision aziendale: diventare il riferimento globale per la realizzazione e la diffusione di opere d’arte e di design e di progetti d’illuminazione basati sulla tecnologia del neon.
Una rivoluzione che si manifesta anche nei numeri di questi primi mesi che seguono la presentazione ufficiale del nuovo naming e del nuovo logo: a partire dai già citati Palomba Serafini e Associati, si prosegue nel mese di maggio con la partnership a M-O-D-U-S, collaterale ufficiale della 57° Biennale d’Arte di Venezia, dove viene presentata l’opera ToutVa degli artisti Marotta & Russo e, nello stesso periodo, la sponsorizzazione della mostra “Antiquitas in Luce” dell’artista americano Laddie John Dill presso il Museo Archeologico di Napoli.
[…] L’aspetto interessante consiste nella consapevolezza che la rivoluzione di F/ART non nasce da politiche commerciali o di marketing, ma trae la propria ispirazione dalla lunga storia dell’Azienda stessa. In tal senso, per spiegare meglio cosa abbia spinto l’Azienda a perseguire questa nuova filosofia, siamo obbligati a recuperare il concetto di “sostenibilità ambientale”, nato solamente una 40ina d’anni fa.
E’ infatti a partire dagli anni ’70 del secolo scorso che si è sviluppata la consapevolezza che le risorse naturali non sono inesauribili. Parallelamente è aumentata la sensibilità di alcuni gruppi di individui che hanno espresso i loro bisogni e i loro valori, spingendo un numero sempre maggiore di aziende a proporre prodotti industriali attenti proprio alla limitatezza delle risorse naturali. Limitatezza che, nel 1972, viene per la prima volta ipotizzata da un gruppo di studiosi del MIT (Massachusetts Institute of Technology) a causa della repentina crescita dell’economia mondiale e dei suoi processi di sviluppo.
E ancora:
La storia di F/ART ci parla di decenni di innovazioni tecnologiche volte alla miglior qualità e alla maggior durata possibile dei propri prodotti principali – i trasformatori per insegne al neon – così come di cura e passione per un territorio – dimostrate dalla produzione tuttora 100% made in Italy – e per la società in cui l’Azienda è nata e opera ancora oggi. Il “green marketing”, che di questi aspetti ne fa la propria bandiera, è evidentemente sembrato a Marisa Graziati, Amministratore Delegato di F/ART, il giusto approccio nel prendere le redini dell’Azienda in seguito alla scomparsa del padre Bruno. E, forse, anche un modo per onorare l’impresa, la genialità e la generosità del padre.
Qui, invece, trovate l’articolo completo:
F/ART E GREEN MARKETING, IL KNOW-HOW E LA CULTURA DI UN TERRITORIO